António Guterres 2005 – 2015

Non solo sono stati toccati i più elevati livelli di migrazioni forzate dai tempi della seconda guerra mondiale, il fatto ancor più straordinario è l’impennata che tali numeri hanno subito negli ultimi anni. Lo scorso anno, i conflitti hanno generato la migrazione forzata di 42.500 persone al giorno.”

Nel 2005 António Guterres è stato eletto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite decimo Alto Commissario per i rifugiati, incarico che ha ricoperto per una decade fino alla fine del 2015. Prima di lavorare con l’UNHCR, Guterres aveva trascorso più di 20 anni ricoprendo cariche governative e di funzionario pubblico. E’ stato Presidente del Consiglio porteghese dal 1995 al 2002 e ha brevemente presieduto il Consiglio Europeo nei primi anni 2000. Ha fondato inoltre il Consiglio Portoghese per i Rifugiati nel 1991.

Durante il proprio mandato Guterres ha supervisionato il più profondo processo di riforma strutturale della storia dell’UNHCR e rafforzato la capacità della nostra organizzazione di rispondere a quelle che sono state alcune delle più vaste crisi rifugiati dai tempi della seconda guerra mondiale.

Ruud Lubbers 2001 – 2005

La politicizzazione del fenomeno dell’immigrazione e la confusione fatta nel definire rifugiati e migranti hanno portato a un aspro dibattito pubblico e indebolito la legislazione in molti Stati.” 

Ruud Lubbers è un ex primo ministro olandese che assunse l’incarico nel 2001, anno in cui l’UNHCR celebrava il suo 50° anniversario. In qualità di Alto Commissario, dedicò il proprio mandato principalmente allo sviluppo di metodi innovativi finalizzati alla ricerca di soluzioni per i problemi dei rifugiati di tutto il mondo.

Diresse programmi e operazioni d’emergenza di complessità considerevole in diversi Paesi e regioni, inclusi Africa occidentale, Angola e Afghanistan, dove oltre tre milioni di rifugiati e sfollati hanno, da allora, potuto fare ritorno grazie a una delle più imponenti operazioni di rimpatrio mai eseguite dall’Agenzia.

Sadako Ogata 1991-2000

Proteggere i rifugiati è – per sua natura – una missione controversa. Svolgere questo compito tanto dinamico e operativo ci impone di sfidare il sovrano appannaggio degli Stati di avere a che fare con dei non-cittadini e, in determinati casi, coi propri connazionali.”

Prima di essere eletta Alto Commissario, Sadako Ogata aveva ricoperto incarichi alle Nazioni Unite come Presidente del Consiglio Direttivo dell’UNICEF e alla Commissione per i Diritti Umani in qualità di esperta indipendente della situazione dei diritti umani in Birmania (oggi Myanmar).

Durante il suo mandato all’UNHCR, diresse operazioni d’emergenza su larga scala nell’Iraq settentrionale, in Bosnia-Erzegovina, in Kosovo e nella regione dei Grandi Laghi in Africa. Il budget a nostra disposizione e lo staff furono più che raddoppiati e l’organizzazione fu sempre più coinvolta nell’assistenza a sfollati interni e altri civili vulnerabili nelle aree di conflitto. Enfatizzando il nesso tra rifugiati e sicurezza internazionale, contribuì inoltre a rafforzare le relazioni tra UNHCR e Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Thorvald Stoltenberg 1990-1990

Viviamo oggi in un mondo interdipendente, in cui quasi nessun problema può essere percepito come di una singola nazione o, addirittura, di una singola regione.”

Thorvald Stoltenberg era il Ministro degli Esteri norvegese prima della nomina ad Alto Commissario. Il suo breve mandato coincise con l’inizio di un coinvolgimento sempre maggiore dell’UNHCR nelle operazioni di peace-building delle Nazioni Unite su larga scala.

Durante il mandato diresse ininterrottamente diverse operazioni di rimpatrio, in particolare in America Centrale. Si dimise nel novembre del 1990 per tornare all’incarico precedentemente ricoperto di Ministro degli Esteri. A maggio 1993, al culmine della guerra in Bosnia, tornò alle Nazioni Unite in qualità di Rappresentante Speciale del Segretario Generale per l’ex-Jugoslavia.

Jean-Pierre Hocké 1986 -1989

In fin dei conti, la protezione dei rifugiati non dipende tanto dalle convenzioni internazionali quanto piuttosto dalla coscienza collettiva delle nazioni.”

Jean-Pierre Hocké ricopriva l’incarico di Direttore delle Operazioni per il Comitato Internazionale della Croce Rossa prima di unirsi all’UNHCR. In qualità di Alto Commissario, giocò un ruolo chiave nel lancio del “processo CIREFCA” in America Centrale, col fine di consolidare la pace nella regione estendendo l’assistenza ai rimpatriati e alle popolazioni colpite dalla guerra.

Durante il suo mandato, la crisi dei rifugiati in Indocina si intensificò e l’UNHCR lavorò instancabilmente per garantire il rimpatrio volontario dei rifugiati vietnamiti. La nostra Agenzia cominciò inoltre ad aprire e gestire campi di grandi dimensioni per i rifugiati etiopi in Sudan e per i rifugiati somali in Etiopia.

Poul Hartling 1978 -1985

Quando scoppiano nuove crisi, è di vitale importanza che il concetto di asilo sia fermamente sostenuto e l’impegno teso a garantire protezione pienamente compreso.”

Poul Hartling aveva ricoperto gli incarichi di Ministro degli Esteri e di Primo Ministro di Danimarca, prima di essere nominato Alto Commissario nel 1978. Durante i suoi otto anni di mandato, l’esodo di massa in Indocina e la conseguente reazione internazionale portarono l’UNHCR sotto i riflettori. In risposta alle crisi, avviammo operazioni di assistenza d’emergenza su larga scala in Asia, nel Corno d’Africa e in America Centrale.

Nel 1981, sotto il suo mandato, come riconoscimento del ruolo chiave assunto dall’UNHCR nel contribuire a gestire la crisi dei rifugiati vietnamiti, la nostra organizzazione fu premiata con il Premio Nobel per la pace per la seconda volta.

Sadruddin Aga Khan 1965-1977

Quando pensiamo a un rifugiato, dobbiamo pensare all’individuo.”

Il principe Sadruddin Aga Khan aveva lavorato per l’UNHCR prima di diventarne Alto Commissario. Aveva condotto missioni in Medio Oriente e Asia e ricoperto l’incarico di Vice Alto Commissario dal 1962 al 1965. Dopo la nomina ad Alto Commissario, le spese dell’UNHCR in Africa e Asia eccedettero quelle in Europa, segnando uno spostamento definitivo dell’attenzione verso i Paesi in via di sviluppo.

Aga Khan rafforzò le nostre relazioni coi governi africani e promosse il miglioramento della cooperazione fra agenzie delle Nazioni Unite, affrontando i problemi legati alle migrazioni di massa nell’Africa subsahariana e in Asia. Assunse, inoltre, un ruolo chiave durante la crisi di rifugiati in Bangladesh del 1971 e nel garantire assistenza agli asiatici espulsi dall’Uganda nel 1972.

Félix Schnyder 1960-1965

Quello che vorrei particolarmente sottolineare oggi è l’importanza della collaborazione in un’epoca in cui si enfatizza l’esigenza di maggiore coordinamento degli interventi delle organizzazioni internazionali in tutti i campi.”

Félix Schnyder era un diplomatico svizzero che aveva ricoperto sia l’incarico di Presidente del Consiglio Direttivo dell’UNICEF sia il ruolo di osservatore per la Svizzera presso le Nazioni Unite prima di essere nominato Alto Commissario.

Schnyder supervisionò il rimpatrio dei rifugiati algerini dalla Tunisia e dal Marocco, un’operazione che segnò la prima di molte altre partecipazioni agli interventi di rimpatrio e reintegrazione su larga scala. Assicurò inoltre il sostegno dell’Assemblea Generale nella mediazione fra i governi durante le crisi di rifugiati globali, in particolare garantendo assistenza ai rifugiati ruandesi nella regione dei Grandi Laghi, e ricoprì un ruolo importante nell’avviare il processo che condusse all’adozione del Protocollo del 1967.

Auguste Lindt 1956-1960

Quando si assistono i rifugiati non esistono soluzioni generali, solo soluzioni individuali possono soddisfare i bisogni di un essere umano”.

Auguste Lindt aveva lavorato come corrispondente estero per diversi quotidiani europei negli anni ‘30 e servito nell’esercito neutrale svizzero nella Seconda Guerra Mondiale. In seguito aveva ricoperto l’incarico di Presidente del Consiglio Direttivo dell’UNICEF e, dal 1953, quello di osservatore per la Svizzera presso le Nazioni Unite.

Quasi subito dopo la nomina ad Alto Commissario, mobilitò aiuti per circa 200.000 ungheresi fuggiti dalla repressione sovietica della rivoluzione ungherese del 1956. Poco tempo dopo avviò un programma di assistenza per le migliaia di persone sfollate in seguito alla guerra d’indipendenza d’Algeria. La gestione diplomaticamente accorta di tali situazioni delicate contribuì molto affinché gli Stati accettassero l’UNHCR come un’organizzazione con responsabilità su scala mondiale.

Gerrit Jan van Heuven Goedhart 1951-1956

La pace è uno stato in cui nessuna persona di nessun Paese, quindi nessun gruppo di persone di alcun tipo, vive nella paura o nel bisogno.”

Prima di divenire il primo Alto Commissario, Gerrit Jan van Heuven Goedhart aveva esercitato la professione di avvocato e di giornalista. Era stato, inoltre, attivo nella Resistenza olandese e nel governo in esilio a Londra durante la Seconda Guerra Mondiale.

Durante il suo mandato all’UNHCR, van Heuven Goedhart si spese soprattutto per garantire la disponibilità dei fondi necessari per i circa 2,2 milioni di rifugiati ancora sfollati dopo il 1945. Spostò l’attenzione del nostro lavoro dal reinsediamento all’estero alla necessità di integrazione locale nell’Europa stessa, e i risultati conseguiti a favore dei rifugiati furono riconosciuti nel 1954, quando all’UNHCR fu conferito il Premio Nobel per la pace. Quando la morte lo colse all’improvviso nel 1956, l’organizzazione era pronta a cominciare i suoi oltre 65 anni di lavoro per proteggere i rifugiati in tutto il mondo.