In fuga senza la famiglia: perché?

Perché bambini e ragazzi partono verso l’Europa? I motivi che spingono i minori a lasciare la loro casa sono tanti. Molti fuggono da conflitti armati, discriminazioni, persecuzioni, proprio come gli adulti. In alcuni casi le famiglie incoraggiano i figli a partire alla ricerca di un futuro migliore, in altri casi bambini e ragazzi cercano di raggiungere dei parenti che già si trovano in Europa. Ma ci sono anche vittime della tratta di esseri umani, in viaggio contro la loro volontà.

Anche i minori che attraversano le frontiere fra i Paesi dell’Unione Europea sono mossi da motivazioni differenti. Secondo quanto emerso dall’attività di ascolto, nella maggior parte dei casi i ragazzi vogliono raggiungere familiari e conoscenti, sperano di trovare maggiori possibilità di integrazione in un altro Paese europeo oppure hanno perso fiducia nel percorso di accoglienza intrapreso in Italia.

Più servizi e risposte su misura per le giovani vite

Qualunque sia la motivazione che li spinge, i minori stranieri non accompagnati in transito vivono una situazione particolarmente difficile, vista la loro vulnerabilità. Nella loro condizione in molti casi finiscono per non beneficiare di alcun tipo di protezione, assistenza o accoglienza.

Spesso infatti i ragazzi si nascondono dalle autorità che invece potrebbero accoglierli e proteggerli, perché non conoscono i propri diritti e le possibilità di ottenere aiuto. Non sempre, poi, i servizi specifici per la protezione dei minori non accompagnati sono presenti e ben coordinati.

Per questo è fondamentale costruire dei meccanismi efficaci e tempestivi per identificare, informare e segnalare i minori non accompagnati in transito, particolarmente vulnerabili ed esposti ai rischi di un viaggio senza la famiglia.

L’UNHCR al lavoro nel Nord Italia

Nel corso del 2018 e 2019, abbiamo lavorato in costante dialogo con le autorità e gli attori locali per assicurare l’effettiva protezione dei minori stranieri non accompagnati sui confini settentrionali.

Insieme agli altri enti, abbiamo messo a punto e aiutato ad applicare soluzioni su misura per bambini/e e giovani in transito da soli.
Questi interventi garantiscono:

  • l’identificazione tempestiva e corretta dei minori;
  • un’informazione a misura di bambini e bambine e ragazzi e ragazze, affinché possano fare scelte consapevoli;
  • l’accesso alla protezione internazionale e al sistema di accoglienza e protezione dedicato.

Visto il contesto territoriale, abbiamo operato accanto ai servizi sociali e alle strutture di accoglienza soprattutto per l’identificazione dei minori. Abbiamo però dato supporto anche in alcune delle fasi più delicate della presa in carico: le procedure di ricongiungimento familiare, l’accesso alla protezione internazionale, il passaggio alla maggiore età.
Nelle zone di transito abbiamo anche realizzato dei momenti formativi con gli operatori sociali, per aprire un confronto e aiutarli a rafforzare le proprie competenze in materia.

Dai territori, strumenti concreti per accogliere e aiutare

La rapida presa in carico e la piena protezione dei minori sono l’obiettivo principale, dunque. Per mettere a disposizione uno strumento operativo a supporto dei servizi nelle zone di transito, abbiamo lavorato insieme a Save the Children, INTERSOS, WeWorld e UNICEF, che operano tutte sul territorio di Ventimiglia. Il frutto è il documento “Il sistema normativo a tutela dei minori stranieri non accompagnati”, che contiene il quadro aggiornato delle norme a difesa di bambini e ragazzi stranieri soli.
Il testo è un supporto utile per la presa in carico del minore non accompagnato, ma fornisce anche un’occasione di confronto sulle attività che andrebbero svolte dal momento in cui il minore viene rintracciato. Sempre consapevoli che ogni intervento deve tener conto del contesto locale, del sistema nazionale di accoglienza e soprattutto dei bisogni specifici di ogni singola persona.

Proprio nell’ottica del confronto, nell’aprile 2019 abbiamo organizzato un workshop in collaborazione con il CNOAS, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali, e con il CIR, il Consiglio Italiano per i Rifugiati. Tema, “La presa in carico dei minori stranieri non accompagnati in transito”. L’incontro è stato un’importante occasione di discussione tra i servizi sociali delle aree di transito dei confini settentrionali.

Informare e tutelare, l’esempio del confine Nord Est

Sempre con il CIR abbiamo realizzato il progetto “Rafforzare l’informazione legale rivolta ai minori stranieri non accompagnati al confine italiano nord-orientale”. Gli interventi nella Regione Friuli Venezia Giulia puntano ad aumentare il livello di protezione dei minori stranieri non accompagnati – rintracciati dalle Forze di Polizia e/o accolti nei centri di accoglienza – e di consolidare la rete di enti pubblici e privati coinvolti nella protezione dei minori. A bambini e bambine e ragazzi e ragazze vengono quindi offerti informazione, assistenza legale e orientamento individuale, mentre per rafforzare il network fra gli enti si lavora su attività partecipative, di coordinamento e di promozione. Il CIR ha realizzato con il nostro supporto una brochure informativa multilingua per ragazzi e ragazze in arrivo in Italia e delle Linee Guida in tema di procedura per il riconoscimento dello status di Protezione Internazionale in favore dei Minori stranieri non accompagnati (MSNA) relativamente al territorio di Trieste. Quest’ultimo strumento, elaborato grazie alla preziosa collaborazione degli attori istituzionali di protezione dei MSNA locali, si pone l’obiettivo di facilitare la costruzione di un sistema uniforme e condiviso di presa in carico dei MSNA, permettendo agli operatori dell’accoglienza di poter contare su procedure chiare e condivise, ma anche di favorire l’accesso informato dei MSNA alla procedura per il riconoscimento dello status di protezione internazionale.