L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha intensificato gli sforzi volti a proteggere milioni di persone vulnerabili che in Africa occidentale e centrale sono esposte ai nuovi rischi derivanti dall’effetto combinato dei conflitti e della pandemia di coronavirus.
La diffusione del COVID-19 ha aggravato le criticità di una regione già alle prese con una delle crisi umanitarie di più vaste dimensioni a livello mondiale che ha costretto alla fuga oltre nove milioni di persone. La pandemia ha portato alla chiusura delle frontiere e incrementato ulteriormente la pressione su sistemi sanitari fragili ed economie deboli.
L’UNHCR ha intensificato gli sforzi a sostegno dei governi per contribuire alla risposta all’aggravarsi della crisi umanitaria. Gli obiettivi principali sono quelli di assicurare accesso a condizioni di vita sicure e di cercare di attenuare gli effetti della pandemia.
Con 5,6 milioni di sfollati interni, 1,3 milioni di rifugiati, 1,4 milioni di rimpatriati ancora bisognosi di assistenza, e 1,6 milioni di apolidi, l’Africa occidentale e centrale ha una delle popolazioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case di più vaste dimensioni di tutto il continente.
Da quando, il 28 febbraio 2020, è stato rilevato il primo caso di COVID-19, tra tutti i 21 Paesi della regione si sono registrati oltre 5.000 casi e oltre 100 decessi. Allo stato attuale, risulterebbero casi di contagio solamente tra membri delle popolazioni di accoglienza, e nessun caso tra rifugiati e sfollati.
Tuttavia, l’assenza di azioni concertate e coordinate volte a prevenire la diffusione della pandemia potrebbe portare a un aumento netto del numero di contagiati e a una catastrofe umanitaria.
Nella regione del Sahel, in Africa occidentale, il conflitto armato e gli attacchi ai danni dei civili hanno costretto alla fuga quasi 3 milioni di persone, di cui quasi un milione a partire da gennaio 2019, e oltre 5 milioni di persone ora devono sopravvivere con ridotte scorte alimentari.
I Paesi hanno imposto ufficialmente varie misure restrittive agli spostamenti internazionali, tra cui la chiusura completa o parziale dei confini e l’osservanza di un periodo di autoisolamento per tutti coloro in arrivo sui territori nazionali dall’estero.
Sebbene le restrizioni derivanti dalla diffusione del COVID-19 non siano destinate in modo specifico a rifugiati e richiedenti asilo, l’UNHCR ha espresso preoccupazione in merito al fatto che l’adozione di tali misure nella regione potrebbe spingere quanti necessitano di protezione internazionale a tentare soluzioni ancor più rischiose e pericolose pur di varcare le frontiere.
È probabile che le restrizioni alla circolazione, e un rallentamento o addirittura uno stop alle attività economiche produrranno un impatto maggiore su rifugiati e sfollati interni, dal momento che la maggior parte di essi svolge attività lavorative irregolari e che, storicamente, queste ultime risentono enormemente degli effetti delle crisi di sanità pubblica.
L’UNHCR esprime preoccupazione anche in merito alla possibilità che le persone in fuga possano essere respinte verso aree in cui vigono situazioni di pericolo, considerato che i potenziali movimenti di maliani, nigeriani, nigerini, camerunensi e sudanesi in cerca di protezione internazionale potrebbero essere ostacolati dalle restrizioni imposte.
Oltre alla precarietà delle situazione in materia di sicurezza (specialmente nelle regioni del Sahel e del bacino del Lago Ciad), le restrizioni dovute al COVID-19 stanno inoltre impedendo agli aiuti umanitari di raggiungere le persone che hanno bisogno di assistenza.
In Burkina Faso, i rifugiati maliani sono fuggiti dagli attacchi perpetrati da gruppi armati ai danni del campo in cui vivevano a Goudoubo. Alcuni si sono rifugiati presso i sovraffollati insediamenti di sfollati interni presenti nel Paese. Il luogo in cui si trovano gli altri non è conosciuto. Anche le attività dell’UNHCR, tra cui la consegna di carte d’identità e lo svolgimento di altre procedure amministrative, sono attualmente sospese.
Nella Repubblica Centrafricana, il personale dell’UNHCR riferisce di gruppi armati che, in alcune località, costringono le persone sfollate a fare ritorno nelle loro terre d’origine, facendone capri espiatori per la potenziale diffusione del COVID-19.
In Mali, le campagne di sensibilizzazione su violenza sessuale e di genere (Sexual and Gender-based Violence/SGBV), diritti umani e coesione sociale, realizzate dall’UNHCR e dai partner sono temporaneamente sospese al fine di limitare le occasioni di assembramento in pubblico.
In Niger, l’accesso degli aiuti umanitari, già limitato nelle regioni settentrionali di Tahoua, Tillabery e Diffa per effetto dei crescenti episodi di violenza, è ora ulteriormente ridotto a causa della pandemia. Il programma di reinsediamento di rifugiati vulnerabili evacuati dalla Libia e attualmente in transito è temporaneamente sospeso a causa delle rigide restrizioni alla circolazione imposte in tutto il mondo.
Malgrado le criticità che affliggono l’intera regione, l’UNHCR e gran parte del personale impegnato in prima linea continuano a lavorare. All’insegna del motto “Restiamo ad assicurare assistenza”, le operazioni dell’Agenzia si stanno adeguando alla situazione pur di raggiungere tutti coloro che hanno disperato bisogno d’aiuto. Il personale sul campo sta iniziando a garantire aiuto da remoto e a concentrare la gestione dell’assistenza in denaro per sostenere le popolazioni sfollate, tra cui vittime e sopravvissuti a SGBV e donne a rischio. Le misure prevedono consultazioni telefoniche online in linea con le raccomandazioni di distanziamento sociale volte a ridurre i rischi di contagio.
Si stanno adeguando le attività didattiche in risposta alla diffusa chiusura delle scuole, che ha interessato oltre 140 milioni di bambini in tutta la regione. Questi dati includono i bambini sfollati inseriti nei sistemi d’istruzione nazionali.
In Burkina Faso, la situazione è particolarmente drammatica a causa del numero di persone in fuga senza precedenti. L’UNHCR sta valutando la possibilità di trasferire alcuni tra coloro che vivevano a Dori presso il campo rifugiati di Goudoubo, che allo stato attuale è vuoto, ma dispone di impianto di approvvigionamento idrico, servizi igienico-sanitari e ambulatori.
In Camerun, nella regione orientale e in quella di Adamawa, il personale adibito alla registrazione ha messo a punto strumenti che consentono di riprendere la procedura di registrazione degli ospiti dopo una settimana di sospensione.
Dal momento che i rifugiati urbani attualmente sono tra i civili maggiormente colpiti dalle restrizioni alla circolazione, l’UNHCR ha istituito un servizio telefonico gratuito per organizzare l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo su appuntamento per quanto concerne la registrazione delle nascite e il rilascio di documenti.
In Ciad, si sta prendendo in considerazione la possibilità di effettuare la registrazione a domicilio per il nuovo campo di Kouchaguine, nella città di Farchana, su richiesta del governo. Materiali informativi e di sensibilizzazione sono condivisi regolarmente con i leader delle comunità. L’UNHCR, inoltre, sta lanciando un servizio volto a garantire continuità allo svolgimento delle attività di protezione dei minori.
Nella Repubblica Centrafricana (CAR), circa 30 referenti stanno assicurando continuità alle attività di monitoraggio delle esigenze di protezione nonostante la pandemia di COVID-19. Inoltre, sono stati istituiti un servizio di assistenza telefonica e un meccanismo di sorveglianza comunitario per monitorare le aree principali presso cui le persone in fuga hanno fatto ritorno.
L’UNHCR sta pianificando la distribuzione di un numero supplementare di teli impermeabili e kit di emergenza per decongestionare gli insediamenti di sfollati e incrementare le opportunità di praticare distanziamento sociale e fisico all’interno di questi siti.
In Mali, a Timbuctu e in altre località, continuano le attività di sensibilizzazione rivolte a bambine e bambini in materia di diritti dell’infanzia e prevenzione del COVID-19.
In Niger, l’UNHCR sta lavorando con le autorità per acquistare e distribuire materiali: matite e quaderni, nonché radio. È stato siglato un partenariato con una radio locale per poter continuare i programmi didattici tramite la trasmissione sulle radio locali in tutto il Paese. Si stanno producendo programmi di autoapprendimento e brochure per gli studenti iscritti agli ultimi anni di corso e i per rifugiati nigeriani che frequentano i Centri di insegnamento a distanza nella regione di Diffa.
Sempre in Niger, l’UNHCR sta individuando i siti sovraffollati e ha iniziato a pianificare una gestione degli spazi che permetta di rispettare le distanze necessarie tra gli alloggi. Nel campo di Sayam Forage, l’unico campo rifugiati ufficiale del Paese, è in fase di costruzione un’area di transito supplementare.
Nella Nigeria nordorientale, rifugiati, rimpatriati e richiedenti asilo continuano ad arrivare dai Paesi limitrofi, nonostante i confini siano chiusi. L’UNHCR sta dando seguito alle misure adottate dal governo per garantire lo svolgimento dei controlli sanitari oltre che l’accesso al territorio.
I campi di sfollati interni nello Stato di Borno sono sovraffollati e questo rende impossibile il distanziamento sociale. L’UNHCR sta lavorando col Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) per ampliare i campi e le recinzioni a Banki, Ngala e Bama.
È necessario garantire maggiore sostegno per rispondere alle principali esigenze rilevate nella regione, tra cui la richiesta di un numero ulteriore di personale sanitario formato per rispondere nelle emergenze e adeguate unità di terapia, in particolare nelle aree remote in cui sono accolti rifugiati e sfollati.
Nell’ambito del Piano di risposta umanitaria globale delle Nazioni Unite contro la crisi, l’UNHCR ha lanciato un Appello di emergenza per la raccolta di 255 milioni di dollari da destinare alla realizzazione di interventi e preparativi salvavita in risposta alla pandemia da COVID-19.
L’ufficio dell’UNHCR per l’Africa occidentale e centrale è competente per 21 Paesi: Benin, Burkina Faso, Camerun, Capo Verde, Repubblica Centrafricana, Ciad, Costa d’Avorio, Guinea Equatoriale, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, São Tomé e Príncipe, Senegal, Sierra Leone e Togo.
Per maggiori informazioni:
A Dakar, Romain Desclous, [email protected], +221 786 396 385
A Ginevra, Charlie Yaxley, [email protected], +41 795 808 702
A Ginevra, Babar Baloch, [email protected], +41 79 513 9549
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