I crescenti contrasti tra le forze armate della Repubblica del Congo (ROC) e presunti ex ribelli denominati Ninjas hanno costretto migliaia di persone a fuggire nella provincia sud-orientale di Pool e hanno provocato al distruzione delle coltivazioni nella regione più fertile del Paese. L’UNHCR teme che, di conseguenza, potrebbe presto non esserci sufficiente cibo per le circa 13.000 persone sfollate.
Nella provincia di Pool anche l’accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione è seriamente compromesso, poiché molti medici e insegnanti statali sono fuggiti dalla zona.
Il Governo sostiene che alcune persone sono fuggite dai loro villaggi dopo lo scoppio delle violenze nella provincia di Brazzaville lo scorso aprile. Sono 11.307 le persone che hanno abbandonato le loro case nella provincia di Pool, confinante con Brazzaville, e 1.679 nella provincia di Bouenza.
Il Governo attribuisce la responsabilità delle violenze agli ex ribelli Ninjas, che hanno firmato accordi con il Governo per porre fine ai combattimenti nel 2003, dopo conflitti e insurrezioni risalenti agli anni ’90.
Stando a quanto riportato, nelle ultime settimane, le violenze sono aumentate, è stato anche riferito di un attacco contro un veicolo militare nel distretto di Mindouli, a sud-est del Paese, avvenuto lo scorso fine settimana, in cui sono morte due persone. I Ninjas sono stati accusati anche dell’attacco sferrato all’inizio di ottobre contro la strategica linea ferroviaria che collega Brazzaville alla costa, che ha provocato 14 morti.
A seguito dei recenti scontri, questa settimana le missioni delle Nazioni Unite sono state sospese, ma un team dell’UNHCR è riuscito a visitare Pool nell’ambito di una missione guidata dal Governo alla fine del mese scorso, riscontrando un peggioramento nelle condizioni di vita delle persone rispetto l’ultima visita effettuata nel mese di giugno.
Gli operatori hanno distribuito beni di prima necessità a 3.700 persone, compresi teli di plastica, set da cucina e sapone. Fino a quando la situazione non migliorerà, è improbabile che si riesca a fornire ulteriori aiuti umanitari.
Il team dell’UNHCR ha visitato Kinkala, Mindouli, Madingou, Loutete e Yamba e ha parlato con i funzionari locali e con le persone che hanno abbandonato i loro villaggi. Queste persone sfollate hanno raccontato che in alcuni villaggi sono state bruciate il 50 per cento delle case e che hanno timore a farvi ritorno.
Il personale dell’UNHCR ha riferito della grande paura di chi vive in quei luoghi e della forte presenza militare lungo la strada principale e nelle città. Gli sfollati interni necessitano quasi di tutto: di ripari, cibo e acqua pulita, nella regione agricola più importante del Paese.
Molte delle persone che hanno abbandonato i propri villaggi, hanno espresso grande preoccupazione per la mancanza di cibo, in quanto avevano già perso un raccolto e non hanno potuto piantare le colture prima delle piogge. L’UNHCR teme che presto non ci sia più cibo a sufficienza. Gli attacchi ai ponti, ai collegamenti stradali e ferroviari hanno compromesso gli scambi alimentari e commerciali, e si teme che i prezzi potrebbero aumentare in tutto il Paese.
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