L’UNHCR esprime soddisfazione per la dichiarazione odierna del governo kenyota, che ha rinnovato il suo impegno nella ricerca di soluzioni durevoli per i rifugiati del campo di Daadab. A lungo il Kenya ha generosamente accolto e protetto i rifugiati somali, tenendo fede ai suoi obblighi internazionali. L’UNHCR si congratula per la scelta del Paese di non cambiare tale posizione.
Per quanto riguarda i rifugiati somali in Kenya che hanno espresso il desiderio di tornare in Somalia, l’UNHCR esprime soddisfazione per l’impegno del Paese nell’assicurare rimpatri volontari, in condizioni di dignità e sicurezza, in linea con gli standard del diritto internazionale. Il carattere volontario del rimpatrio è una condizione fondamentale.
Da anni l’UNHCR è impegnato nell’individuare soluzioni durevoli per la situazione nel campo di Dadaab. A tal proposito, il 25 giugno 2016, l’UNHCR e i governi del Kenya e della Somalia hanno sottoscritto un Piano d’Azione. A partire dal 2014, circa 35.000 rifugiati somali hanno ricevuto assistenza volta a facilitare il loro rimpatrio volontario in Somalia. Secondo un esercizio di censimento svolto tra luglio e agosto, il campo di Daadab ospita una popolazione di 283.558 rifugiati, un numero inferiore di 58.000 rispetto alle stime precedenti. Sono state inoltre identificate altre 40.500 persone che possiedono o hanno fatto richiesta per un carta d’identità kenyota. Sotto la supervisione dell’UNHCR è, inoltre, cominciato il ricollocamento di 14.000 rifugiati non originari della Somalia nel campo di Kakuma/Kalobeyei, nella provincia di Turkana. Inoltre, saranno finalizzate le procedure per il reinsediamento di 16.000 rifugiati che erano in attesa di essere reinsediati dal Kenya in altri Paesi.
L’UNHCR invita il governo kenyota a mostrare flessibilità rispetto ai tempi di attuazione dei vari aspetti del Piano, fra cui i rimpatri in Somalia. Tempi di attuazione troppo rigidi saranno difficili da rispettare. Affinché il rimpatrio sia effettivamente volontario, le persone devono essere adeguatamente informate e poste nella condizione di prendere una decisione libera da pressioni esterne e in piena consapevolezza. L’UNHCR continuerà ad adempiere ai compiti di cui è responsabile e rinnova il suo impegno a collaborare con il governo per individuare le soluzioni più appropriate.
L’UNHCR invita, pertanto, tutti gli attori coinvolti ad implementare il Piano d’Azione in tutti gli aspetti in cui si articola, sia in Somalia che nella regione. A tal proposito, l’Alto Commissario Grandi ha di recente nominato un Inviato Speciale per la situazione dei rifugiati somali, l’Ambasciatore Mohamed Abdi Affey.
Condizione essenziale per il successo del Piano d’Azione è che la comunità internazionale investa risorse in Somalia per sostenere la transizione del Paese verso la sicurezza e la stabilità. Tali investimenti includono necessariamente una maggiore assistenza per l’integrazione dei rifugiati che decidono di far ritorno nel Paese e maggiori sforzi volti a ridurre il numero di sfollati interni, fino a risolvere completamente il problema.
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