E’ con estrema preoccupazione che l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, denota, nella regione costiera del Pacifico in Colombia, un crescente aumento di intimidazioni e omicidi di leader delle comunità locali e attivisti per i diritti umani. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone appartenenti alla comunità indigene afro colombiane.
Esattamente un mese fa, il 17 ottobre, José Jair Cortés, uno dei leader della comunità afro colombiana di “Alto Mira y Frontera” a Tumaco, nel sud ovest del paese nel distretto di Nariño, è stato ucciso da un gruppo armato sconosciuto. Da allora, e stando a quanto dichiarato dall’Alto Commissario per i Diritti umani in Colombia, almeno altri sette leader sono stati assassinati e molti altri hanno subito intimidazioni. Sono in tutto 78 le persone, tra leader politici e membri di organizzazioni della società civile, morte quest’anno e almeno 13 si sospetta siano stati assassinati. Questo è senza ombra di dubbio un dato allarmante.
A causa delle ripetute minacce ricevute, Cortés viveva sotto la protezione delle autorità locali. Era il leader del consiglio comunale degli afro colombiani, che costituiscono una buona parte della popolazione di queste zone e sono vittime di continue rappresaglie e fughe di massa. Nel 2017 sono circa 1.500 le persone costrette ad abbandonare le proprie case, e molti altri vivono reclusi, senza accesso alle coltivazioni e alle attività di pesca necessarie al proprio sostentamento. Tra il 7 e il 12 novembre più di 46 famiglie sono state costrette a fuggire da Barbacoas e da Tumaco (Distretto di Nariño). I leader delle aree interessate ritengono che il numero effettivo delle vittime possa essere molto più alto, poiché le persone hanno paura a denunciare gli abusi.
L’accordo di pace con le FARC in Colombia, annunciato un anno fa, ha generato diverse sfide per le comunità coinvolte dalla presenza dei gruppi armati, dei traffici illeciti e delle estrazioni illegali. Il vuoto di potere lasciato dalla smilitarizzazione delle FARC ha lasciato molti territori in balia delle lotte tra vecchi e nuovi gruppi armati. Ritardi e problemi relativi all’implementazione dell’accordo di pace, quali la sostituzione di colture illegali e lo sviluppo locale hanno favorito la creazione di un clima di incertezza, in un ambiente in cui la presenza dello stato resta ancora molto debole.
Una protezione adeguata delle popolazioni più colpite, inclusi gli sfollati interni, è cruciale per favorire un processo di pace in Colombia. L’UNHCR sollecita le autorità colombiane affinché mettano in atto misure di protezione adeguate per le singole persone e le comunità colpite. Questo significa, garantire la presenza della polizia nelle aree interessate, la messa in piedi di infrastrutture di telecomunicazioni e altre misure. Allo stesso tempo è importante consultare le comunità indigene e afro americane locali nei distretti in cui sono presenti i gruppi armati irregolari così da fornire una risposta effettiva e favorire la messa in atto dell’accordo di pace.
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