Una famiglia fuggita dal conflitto in Siria sta lottando per ricominciare la propria vita in Armenia durante la pandemia da COVID-19 con l’aiuto dell’UNHCR.
La vita è stata dura per George, sua moglie Ani e i loro gemelli* dopo la fuga dalla guerra di Siria in Armenia, e la pandemia da COVID-19 non ha fatto altro che renderla più difficile. George, che lavora come tassista, non ha più clienti e l’attività di Ani, che cuoceva il pane per i vicini, si è arenata.
Ad Aleppo, in Siria, erano benestanti e una volta fuggiti hanno cercato di sbarcare il lunario nel loro nuovo paese. Ma con il lockdown in tutto il paese, è stato difficile perfino pagare l’affitto del loro appartamento alla periferia della capitale, Yerevan.
“Dobbiamo lottare ogni giorno della nostra vita in Armenia contando sul sostegno degli altri, sperando in un futuro migliore per noi stessi e per i nostri figli”, ha detto Ani. “Riusciamo a malapena a pagare le bollette”.
La famiglia è fuggita in Armenia perché era la terra dei loro antenati. Per certi versi, questa decisione ha reso la loro vita più facile.
La famiglia conosceva la lingua e, pur dovendosi adattare a un dialetto e a costumi diversi, era più facile che ricominciare da zero.
Circa 22.000 siriani sono fuggiti in Armenia dall’inizio della guerra nel 2011, e di questi circa 14.000 sono rimasti nel paese.
I siro-armeni hanno legami con l’Armenia che risalgono a un secolo fa e il governo li ha accolti calorosamente, anche per il legame culturale e storico. Tra di loro ci sono professionisti come medici, ingegneri, specialisti informatici e insegnanti e molti hanno competenze commerciali e artigianali apprezzate nel loro nuovo Paese.
Ma la vita per molti è difficile, soprattutto dopo la pandemia, e si stima che circa 500 famiglie abbiano un disperato bisogno di aiuto per una sistemazione sostenibile.
L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sta fornendo sostegno umanitario sotto forma di assistenza in denaro e altri aiuti ad alcuni dei più vulnerabili. Il sostegno comprende formazione professionale, prestiti di microcredito, strumenti per generare reddito, educazione al marketing locale, nonché consulenza e coaching.
Inoltre, l’UNHCR sostiene anche i diritti sociali ed economici dei siriani e di altre popolazioni sfollate e ne promuove l’inclusione nei programmi statali e nei programmi di sviluppo su base paritaria con la popolazione locale.
“Accogliamo con favore il sostegno dato dagli armeni alle persone costrette a fuggire, che hanno lottato insieme alle persone del luogo durante la pandemia da COVID-19. L’UNHCR ha sempre sostenuto i diritti dei rifugiati, dei richiedenti asilo e degli sfollati in linea con il nostro mandato”, ha detto Anna-Carin Öst, rappresentante dell’UNHCR in Armenia.
L’assistenza d’emergenza, distribuita dall’organizzazione non governativa Mission Armenia, ha permesso alle famiglie di soddisfare i bisogni primari. L’UNHCR sta inoltre fornendo supporto psico-sociale e consulenza durante la pandemia.
“Senza questo sostegno non saremmo in grado di affrontare le sfide che si accumulano giorno dopo giorno”, ha detto George. “Siamo partiti da zero e stavamo facendo progressi… ma ora l’isolamento per il COVID-19 ci ha spinto indietro, e questo è stato così doloroso”.
“L’assistenza che riceviamo ci salva la vita”, ha detto Ani, aggiungendo che hanno bisogno di destreggiarsi tra affitto, cibo e pagamento dell’elettricità.
Per i gemelli di 12 anni, Salpie e Sahag, l’isolamento ha significato fare lezioni online su un computer prestato loro dalla scuola, anche se la connessione internet è instabile.
Salpie ha detto di voler diventare una cantante, mentre Sahag, ricordando il paese in cui ha trascorso la sua prima infanzia, ha immaginato una carriera che potesse concretizzare le sue speranze di una vita migliore.
“Voglio diventare un ingegnere e costruire belle case con giardini. Un giorno costruirò una grande casa come quella che avevamo ad Aleppo”, ha detto.
*I nomi della famiglia sono stati cambiati per motivi di protezione
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