L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) guarda con estrema preoccupazione all’ulteriore peggioramento della situazione dei rifugiati, richiedenti asilo e migranti appena arrivati in Yemen. Il perdurare del conflitto, il deterioramento delle condizioni economiche e l’aumento della criminalità stanno esponendo le persone a pericoli e sfruttamento.
A causa del prolungato conflitto e del clima di insicurezza che minacciano le istituzioni e indeboliscono lo stato di diritto, sono in aumento i resoconti di estorsioni, contrabbandi ed espulsioni. Molti vengono arrestati, tenuti prigionieri, maltrattati e poi costretti ad affrontare viaggi in mare o rimpatriati a forza dagli stessi contrabbandieri che li avevano portati in Yemen.
Dal febbraio di quest’anno, l’UNHCR è impegnato a far fronte alla situazione di circa 100 nuove persone arrivate in Yemen che sono state arrestate e tenute prigioniere, hanno subito minacce di uccisione o espulsione, estorsioni e varie forme di abusi sia per mano dei trafficanti che durante la prigionia.
Sono molte le segnalazioni di abusi all’interno delle strutture di detenzione, e alcuni nuovi arrivati hanno subito violenze fisiche e sessuali. I sopravvissuti hanno raccontato all’UNHCR di essere stati colpiti da colpi di arma da fuoco; hanno riferito di percosse regolari, di stupri di adulti e bambini, di umiliazioni tra cui l’essere forzati a denudarsi, l’essere costretti ad assistere a esecuzioni sommarie e la privazione di cibo.
Per quanto riguarda le espulsioni, l’UNHCR ha ricevuto segnalazioni di persone costrette dai contrabbandieri a salire su imbarcazioni al largo della costa yemenita. Nel gennaio di quest’anno più di 50 somali sarebbero annegati durante una di queste operazioni.
Molti di coloro che sono respinti nel Golfo di Aden ricadono nelle mani di contrabbandieri e trafficanti che li spingono a ritentare il viaggio.
Altri subiscono estorsioni anche durante la loro espulsione. Secondo quanto riferito all’UNHCR, ad esempio, lo scorso mese alcune persone facenti parte di un gruppo di migranti e richiedenti asilo che era stato portato a un punto di imbarco nello stretto di Bab Al Mandab in Yemen in attesa di espulsione, sono state tenute in ostaggio da contrabbandieri in cerca di riscatti per il loro rilascio. Sono state costrette a chiamare i propri familiari in Etiopia chiedendo l’invio di denaro fino a 700 dollari USA a persona in cambio del loro rilascio.
I numerosi interventi e le attività di advocacy ad alto livello condotte dall’UNHCR su questi temi sono stati indeboliti o vanificati dalle complesse strutture di responsabilità e obblighi derivanti dal conflitto in corso in Yemen. L’UNHCR chiede a tutti gli attori statali e non statali di controllare efficacemente le strutture in cui vengono tenuti i nuovi arrivati per garantire che siano trattati umanamente e con dignità in conformità con la normativa sui rifugiati e sui diritti umani.
L’UNHCR sta anche cercando di avere il libero accesso per aiutare le persone bisognose di protezione internazionale conformemente al diritto internazionale.
L’UNHCR sta inoltre promuovendo la possibilità di accordi di rimpatrio per le persone che non hanno bisogno di protezione, in coordinamento con le agenzie internazionali, garantendo il principio di volontarietà del ritorno.
L’UNHCR sostiene le autorità dello Yemen nell’accoglienza, nella registrazione e nel provvedere ai documenti per rifugiati e richiedenti asilo e sta cercando di rafforzare il sostegno all’Autorità per l’immigrazione, il passaporto e la naturalizzazione al fine di migliorare ulteriormente le modalità di accoglienza che tutelino la protezione dei nuovi arrivati. L’UNHCR apprezza inoltre il sostegno del Ministero degli Interni nell’accesso alle strutture di detenzione per effettuare lo screening delle persone in cerca di protezione e fornire loro assistenza.
Nonostante il perdurare del conflitto, lo Yemen è storicamente un Paese di migrazione e transito dal Corno d’Africa alla penisola arabica e oltre. I movimenti migratori misti riguardano rifugiati, richiedenti asilo, vittime di tratta e migranti che intendono rimanere nello Yemen o transitare verso gli Stati del Golfo.
L’UNHCR ha da lungo tempo richiamato l’attenzione sul rischio di spostarsi nello Yemen, un paese colpito dalla guerra. Per i nuovi arrivati in cerca di protezione internazionale, l’accesso ai sistemi di asilo in questo paese è molto difficile e le persone potrebbero non essere in grado di ufficializzare la loro richiesta di asilo o di essere registrate presso le autorità, in particolare nel nord del paese.
Il clima di insicurezza e il conflitto limitano seriamente la capacità dell’UNHCR e di altre organizzazioni umanitarie di raggiungere la popolazione bisognosa di assistenza umanitaria.
Per sensibilizzare coloro che stanno pensando di intraprendere il pericoloso viaggio dal Corno d’Africa verso lo Yemen, nel febbraio dello scorso anno l’UNHCR ha lanciato una campagna di sensibilizzazione regionale denominata “Dangerous Crossings”.
Per ulteriori informazioni:
In Sana’a, Shabia Mantoo, [email protected], +967 71 222 5121
A Ginevra, William Spindler, [email protected], +41 79 217 30 11
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