L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha intensificato il suo impegno in favore delle famiglie irachene a Mosul, tra cui le migliaia di persone che sono tornate di recente in città dopo essere stati costretti a fuggire a causa dei combattimenti.
Le nostre valutazioni sul campo mostrano che la popolazione di Mosul necessita di assistenza di ogni tipo, ma la necessità di trovare un alloggio sono le più pressanti, soprattutto nella parte occidentale della città. Molti quartieri infatti sono stati gravemente danneggiati o totalmente distrutti durante i mesi di combattimento.
I partner delle Nazioni Unite affermano che tra i 54 distretti residenziali nella parte ovest di Mosul, 15 hanno subito distruzioni o danni pesanti, altre 23 aree sono state moderatamente danneggiate, mentre solo 16 quartieri hanno subito danni leggeri.
Le miniere, gli ordigni inesplosi e altri dispositivi pongono rischi enormi per i residenti della città, specialmente per i bambini. L’UNHCR accoglie con favore i continui sforzi di sminamento da parte delle autorità e del servizio anti mine antiuomo dell’ONU per garantire un ritorno sicuro della popolazione sfollata della città. Ma data la vastità del problema, il lavoro di messa in sicurezza per rimuovere tutti gli esplosivi potrebbe richiedere molto tempo.
Le famiglie di ritorno affrontano anche difficoltà nell’accesso ai servizi di base: l’accesso ad acqua, energia elettrica o carburante in alcune parti di Mosul può essere difficile e molto costoso.
Finora, secondo le statistiche del governo, circa 79mila persone sono tornate a nella parte occidentale di Mosul, che corrisponde a una persona ogni dieci di coloro che sono stati costretti a fuggire da questa parte della città. Inoltre, il governo afferma che hanno fatto ritorno più del 90 per cento delle famiglie (pari a più di 165mila persone) che erano fuggite dalla parte orientale di Mosul durante il conflitto. Nella parte orientale di Mosul il livello di distruzione è stato notevolmente inferiore e l’UNHCR riscontra progressi nella graduale ripresa della vita quotidiana.
Tuttavia, ci sono anche le famiglie che sono tornate nei campi. I manager dei campi per sfollati a est di Mosul stimano che almeno 200 famiglie si siano trasferite dopo aver trovato difficile condizioni di vita a Mosul. Le motivazioni citate per il loro ritorno includono anche la mancanza di rifugi, prezzi elevati di noleggio, mancanza di opportunità di sussistenza e servizi di base limitati, tra cui elettricità e acqua.
Per rendere la città sicura e sostenibile è necessario che le condizioni sul campo siano favorevoli. L’Agenzia sottolinea che il ritorno di qualsiasi popolazione sfollata deve essere volontario, attentamente pianificato e condotto sulla base dei principi umanitari internazionali.
Dalla fine delle operazioni militari a Mosul ovest a luglio, insieme al partner dell’UNCHR Human Appeal, l’Agenzia ha già distribuito kit di riparazione a più di 3.200 famiglie a Mosul est e ovest, sia per i rimpatriati che per le famiglie che non erano in grado di spostarsi. Il set di aiuti comprende kit per costruire ripari di emergenza e altri kit che permettono alle famiglie di effettuare le riparazioni di base in modo da poter vivere in edifici parzialmente danneggiati o non finiti. Il piano prevede di distribuire i kit fino a 36mila famiglie entro la fine di quest’anno.
L’UNHCR ha inoltre fornito assistenza in contanti ad alcune delle famiglie irachene sfollate maggiormente vulnerabili. Finora l’Agenzia è stata in grado di raggiungere un quarto di circa tremila famiglie vulnerabili inizialmente che sono state valutate come bisognose di assistenza in denaro. Le famiglie ricevono una tantum assistenza in contanti pari a 400 dollari americani (486mila dollari iracheni), utilizzando un sistema di trasferimento di denaro. Alcune delle famiglie più vulnerabili riceveranno la stessa somma per un massimo di tre mesi, che permetterà loro di pagare l’affitto e gestire le necessità di base tra cui il cibo e altri servizi fondamentali.
A numerosi sfollati e rimpatriati mancano documenti civili fondamentali: circa il 28 per cento delle famiglie sparse nei campi ha segnalato che i propri documenti sono mancanti, danneggiati, invalidi o scaduti, fatto che impedisce loro di muoversi e di accedere ai servizi. L’UNHCR e i suoi partner stanno fornendo assistenza legale e sostenendo le autorità locali nella loto quotidiana lotta contro la mancanza di risorse, per rimettere documenti civili e di identità alle famiglie sfollate nei campi, compresi i certificati di nascita e matrimonio. L’Agenzia sostiene anche il lavoro dei tribunali mobili, delle direzioni di residenza e dei notai per emettere documenti civili attraverso squadre di protezione all’aperto nei campi per sfollati.
Considerata la scala della distruzione a Mosul, in particolare nel settore occidentale, le esigenze umanitarie rimarranno elevate. L’UNHCR continuerà a sostenere le famiglie vulnerabili che tornano a Mosul, mentre allo stesso tempo l’Agenzia dovrà anche proseguire nella garanzia di alloggi e assistenza a migliaia di famiglie presenti nei campi per molti mesi a venire.
Condividi su Facebook Condividi su Twitter